San Clemente, a due passi dal Colosseo, è una chiese costruita su tre livelli: la basilica superiore, quella inferiore e una casa romana del II secolo d.C.. Nella basilica inferiore viene rievocata la leggenda di Sisinnio. Egli era il prefetto di Roma e aveva sposato una certa Teodora che era però stata convinta al voto di castità da Clemente, il santo a cui è dedicata la chiesa. Sisinnio allora fa pedinare la moglie e la trova in una catacomba ad assistere a una messa di Clemente. Ordina allora ai suoi soldati di legare e imbavagliare Clemente il quale, nel frattempo, si è trasformato in una colonna di marmo e per il peso non può essere trascinato via. Le espressioni che accompagnano la scena e che fanno sembrare la parte inferiore dell'affresco una storia a fumetti, scritte in un primitivo volgare, risalgono al 1100 circa e sono la più antica utilizzazione con intenti artistici del volgare italiano. L'espressione maggiormente degna di nota è "fili de la pute traite" con riferimento ai soldati di Sisinnio nel sollevare Clemente trasformato in colonna: una delle prime espressioni in volgare è un insulto!